Germogliamento: Aprile
Fioritura: Giugno
Invaiatura: Agosto
Maturazione: Settembre
Vendemmia: Settembre
Allevamento e potatura: controspalliera con potatura mista (Guyot) e capo a frutto di 8-10 gemme.
Il Dolcetto è tra i vitigni autoctoni piemontesi più tipici ed è coltivato in varia misura un po’ ovunque nella regione. Predilige terreni calcarei marnosi su colline fra i 250 ed i 600 m.s.l.m., ma riesce a maturare anche oltre i 700.
Pur non essendo una pianta particolarmente vigorosa o resistente alle difficoltà e alle malattie, il Dolcetto ha sempre saputo offrire ai viticoltori i frutti dolci e maturi per la tavola, adatti anche per produrre una speciale marmellata (la cognà e, soprattutto, materia prima per un vino dai caratteri schietti e semplici.
Il nome del vitigno deriva dalla particolare dolcezza della polpa dell’uva, ma i vini che se ne ricavano sono esclusivamente asciutti e decisamente secchi, caratterizzati da una modesta acidità e da un piacevole retrogusto amarognolo. A seconda della zona di coltivazione e del tipo di vinificazione, il Dolcetto dà origine a vini freschi e beverini, che si accompagnano alla tavola quotidiana grazie alla loro morbidezza, alla freschezza del gusto e alla capacità di adattarsi a molti cibi diversi; oppure a vini di forma più evoluta, di corpo e struttura, capaci di invecchiare fino a sei-sette anni grazie al sapiente lavoro in vigna e a una corretta gestione in cantina da parte dei produttori.
Negli anni Venti e Trenta del Novecento i grappoli di Dolcetto erano spesso impiegati nella cosiddetta cura dell’uva, per il sapore delicato e per il basso contenuto di acidi e tannini. Le uve Dolcetto, infatti, hanno proprietà rimineralizzanti, depurative, diuretiche, lassative e decongestionanti per il fegato in quanto facilitano il drenaggio epatico.
